LABORATORIO TEATRALE

Dopo diversi mesi qui in Cochabamba e lavorando alla Ciudad de los ninos, posso dire di sentirmi ben inserita, sia a livello delle relazioni create con i bambini, con l'olp e con le mie colleghe; sia a livello di partecipazione mentale. Mi sento completamente assorbita da questa realtà.
L'unica cosa che mi mancava era iniziare un progetto nuovo che sentissi solo mio, e per questo ho domandato a Padre Gianluca, il presidente della OLP, se fosse possibile avviare un progetto teatrale o artistico. Questa idea è stata proposta alla riunione settimanale dell'equipe tecnico ed è stata accolta con entusiasmo.
Per motivi di tempistiche mie, e del poco tempo libero che dispongono i bambini, ho dovuto scegliere solo uno dei due progetti. Ho scelto il laboratorio teatrale che si svolgerà una volta a settimana per 1h e mezza in un grande salone all'interno del collegio della Ciudad de los ninos, provvisto di palcoscenico. Per ora ci sono stati due incontri con 22 bambini iscritti di età variante dai 6 ai 12 anni.
Sono molto felice dell'accoglienza positiva da parte dei bambini, dello staff, e delle volontarie, che si sono offerte di supportarmi come appoggio durante il laboratorio. Sono molto carica e piena di idee.

Dall'esperienza avuta nei pochi mesi passati qui ho capito che qualsiasi attività, didattica o meno, si decida di intraprendere, è importante mettere sempre in conto le differenze culturali e il livello di istruzione, e stimolazione alla creatività che purtroppo in questo paese sono molto basse.
Questi fattori li stò prendendo in considerazione per la scelta della rappresentazione finale che andremo ad attuare. Ho infatti notato che i bambini e i ragazzi hanno dei gusti particolari a livello di film, musica e libri. Nelle scuole e nell'ideale culturale viene molto risaltato il patriottismo e l'arte locale (intesa come ogni forma d'arte, anche cinematografica e musicale). La musica ascoltata è di genere latino-americano, nelle scuole l'ora di musica è dedicata solamente all'apprendimento di balli e suoni del Salai (tipico del dipartimento Cochabambino). I libri consigliati dalla letteratura scolastica riguardano racconti e leggende haymara e quechua; quelli letti facoltativamente sono brevi fiabe come “i 3 porcellini” e alcuni ragazzi di 12 anni fanno ancora fatica ad averne una lettura scorrevole; mentre mi ricordo che io in seconda media leggevo “il fu mattia pascal”. I film favoriti dai ragazzi sono drammi coreani molto trash e fittizi. Anche il livello di cultura geografica e storica di qualsiasi cosa al di fuori della Bolivia è pressochè nullo, compresa la conoscenza della lingua inglese. Penso che sia molto bello esaltare il patriottismo e le tradizioni di un popolo, però credo ci sia troppa concentrazione solo su questo, lasciando i ragazzi con grandissime lacune su tutto ciò che li circonda, sulle diversità, sull'aprire la mente e guardare oltre il proprio giardinetto.

Faccio queste riflessioni perchè mi piacerebbe realizzare uno spettacolo che esca dai loro soliti canoni visivi e ideali, ma neanche fare qualcosa da cui si sentano estranei o di cui non riescano a comprenderne il significato più profondo. Facendo un esempio non potrei mai proporre “Grease” o altri musical americani stile anni 50, non conoscendo loro questo periodo storico o la valenza cult di alcune pellicole. Non potrei mai proporre “Nel paese delle creature selvagge” di Sendack o racconti simili, per il significato profondo e difficilmente percepibile. Non vorrei neanche proporre qualcosa di banale, superficiale o lontano dalla mia filosofia teatrale.

Date queste perplessità sullo spettacolo finale ho deciso di concentrarmi inizialmente nel creare un gruppo coeso e nel capire e valorizzare le capacità di ognuno attraverso giochi ed esercizi.
Nella stesura del progetto educativo ho suddiviso gli obbiettivi tra tecnici ( riguardanti tutti i partecipanti e finalizzati ad apprendere tecniche di recitazione) e formativi ( specifici per il singolo e le sue eventuali difficoltà o problematiche caratteriali).

OBBIETTIVI TECNICI:
_ conoscenza espressioni facciali ed emozioni
_ consapevolezza del proprio corpo
_ consapevolezza dello spazio
_ muoversi nello spazio
_ consapevolezza, gestione, espressività della voce
_ mimica e importanza dello sguardo
_ mantenere l'attenzione, ascolto e rispetto per il ruolo altrui
_ immedesimazione
_ mantenere l' obbiettivo nonostante le distrazioni
_ vincere la timidezza
_ mantenere e comprendere il ritmo del racconto
_ apprendere le caratteristiche di ogni personaggio

OBBIETTIVI FORMATIVI:
_ sfogo della libera espressività
_ consapevolezza
_ allargare meccanismi creativi
_ maggiore socializzazione per i bambini insicuri
_ valorizzare le capacità di ognuno per accrescere la stima in se stessi
_ assegnare ruoli che stimolino l' espressione di sentimenti bloccati
_ non aver paura del giudizio altrui
_ acquisire responsabilità
_ collaborare coi pari
_ rispetto delle regole
_ migliorare capacità di concentrazione e ascolto

Ogni esercizio o gioco fatto è finalizzato al raggiungimento di uno o più di questi obbiettivi.
Nel primi due incontri mi sono accorta che la prima cosa su cui lavorare, con mia grande sorpresa, è la timidezza. Per questo stò proponendo attività finalizzate al superamento della vergogna che pongano il bambino, singolo o a coppie, al centro dell'attenzione di tutti mentre deve ideare piccoli e semplici movimenti o mimare animali o mestieri. Questi giochi coinvolgono tutti i partecipanti stimolando anche l'attenzione e la memoria.
Un altra grande lacuna che mi ha sorpreso è la fantasia. Lavorando con i bambini italiani mi ero già accorta del grande calo della creatività che col passare delle generazioni affligge i piccoli, e l'avevo collegato all'eccessiva esposizione a stimoli sempre già pronti, sempre multimediali, in cui non c'è spazio per l'immaginazione. Invece anche qui, che gli stimoli sono ben dosati, non c'è fantasia...o forse c'è solamente pigrizia di pensiero. Per questo motivo le altre attività proposte riguardano l'immedesimazione, il raccontare con il corpo, e la stimolazione della creatività.
Ho inoltre inserito giochi per capire e distribuirsi nello spazio, prendere quindi consapevolezza di esso, del proprio corpo e degli altri partecipanti.
Ogni incontro inizia con giochi per lo scioglimento del corpo e della mente e termina con l'attuazione di un breve racconto, che i bambini interpretano improvvisando e seguendo la voce di un narratore; ovviamente con aiuti e consigli.
Stò cercando di valorizzare chi è più introverso e isolato, di premiare chi si impegna seriamente, e di stimolare chi è ancora scettico.

GIOCO: “El nascimiento del bosque”
Tutti i bambini interpretano un semino e la sua crescita fino a diventare un albero. Tutti insieme formano un bosco, e io che narro la storia sono il tempo che passa. Durante lo scorrere delle stagioni gli alberi diventano grandi, crescono le loro radici ben piantate in terra, fanno fiori e frutti, perdono le foglie, diventano secchi, invecchiano e muoiono.



C'è tanto su cui lavorare, tante cose da mettere ancora in gioco, ma sono ottimista sul fatto che si potrà realizzare un bellissimo spettacolo. Per me è molto appagante e stimolante, e sono felicissima di poter dare anche a tutti loro nuovi stimoli e chiavi di espressione.
I bambini sono molto felici e spensierati, si divertono, io mi diverto, e questa è la cosa più importante.






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