ATTERRAGGIO
La Bolivia è un paese con molti
habitat e climi diversi, Cochabamba è chiamata l'eterna primavera,
infatti appena atterrata in questa nuova città non si percepisce
l'aria pesante e umida caratteristica del clima amazzonico; ma un
aria familiare e piacevole. La pesantezza dei suoi 2.500 metri di
altitudine non si sente, o perlomeno non subito, nei giorni
successivi mi accorgerò del forte affanno durante le salite.
All'aeroporto vengono a prenderci Padre
Gianluca, il responsabile della olp, e una decina di bambini della
ciudad de los ninos. E' davvero emozionante conoscerli! Anche loro
sono emozionati, ma credo più per gli aerei che per noi!
Passiamo per la periferia della città,
la osservo curiosa, e mi piace. Credo che quando si veda un posto
nuovo le prime percezioni di positività o negatività siano molto
importanti, appena lo vedi sai già se in quel luogo potrai sentirti
più o meno a casa. Si sente il latino america, si sente la povertà,
si sente la differenza di classe, ma si percepisce anche un senso di
dignità e orgoglio. L'unica cosa che mi disturba sono i cani
randagi, moltissimi, e per cui provo molta pena.
Arriviamo alla Ciudad de los ninos ed è
stupenda, dà un senso di meraviglia, equilibrio, serenità,
naturalezza. E tutto così pulito e ordinato, i bambini sorridono e
ridono, sono molto affettuosi, ti fanno tante domande. Sono tanti e
all'inizio è davvero difficile ricordarsi tutti i nomi. Mi trovo
sopraffatta dalle emozioni e dalle sensazioni.
Ho qualche difficoltà di
comunicazione; ho fatto un corso di spagnolo per qualche mese
all'università, ma è passato diverso tempo senza che lo praticassi.
I bambini sono comunque disponibili nell'aiutarti, e interagendo con
i più piccoli è facile imparare in fretta. Ci fanno tanti
complimenti per i nostri capelli ricci e biondi, credo che qui siano
molto rari, e tutti scambiano me e Selica per sorelle, a volte non
riescono a distinguerci.
Arriviamo nella casa dove vivremo e
passeremo il nostro anno Boliviano, anche qui c'è una clima molto
famigliare e cortese. Con noi al momento sono presenti altri quattro
volontari: 2 ragazze italiane più o meno della mia età, Erika e
Alessandra; una ragazza tedesca molto giovane, Emma; e un signore in
pensione, Romano. Sono tutti molto disponibile nell'aiutarci ad
inserirci e conoscere la città e il contesto in cui lavoreremo.
Nella nostra villetta si condivide lo
spazio di salone e cucina, e il patio, un grande giardino interno.
Adoro il giardino, dà un ulteriore senso di naturalezza, ci sono
delle sdraio dove si potrebbe prendere il sole o leggere un bel
libro, e nel patio vive un animaletto domestico Tortuga, una
tartaruga di terra che mangia qualsiasi cosa. Intorno al patio ci
sono tanti piccoli apartamentini privati, sono davvero accoglienti,
confortevoli e ben arredati. Entro nel mio "quarto" e mi
piace, è color rosso e arancio, ha un soppalco e un bagno. Il letto
è comodo e caldo.
Sembrano sciocchezze, ma sono queste
piccole cose che ti fanno sentire a casa. Ancora una volta penso di
essere fortunata ad aver scelto ed essere stata selezionata per
questo progetto.
LA CIUDAD DE LOS NINOS
La Ciudad si trova nella zona
periferica nord di Cochabamba, è come un piccolo paesino chiuso da
cancelli, con strade e parchi. C'è un "Kinder" (asilo) e
un Collegio per i più grandi, frequentati sia dai bambini che
abitano all'interno sia per bambini provenienti da famiglie esterne.
Un grande campo di calcio e uno di basket, dove si fanno anche feste
all'aperto e lezioni di musica. Due parchi giochi ricchi di stimoli e
tenuti meglio di molti altri che mi è capitato di vedere in Italia.
Un anfiteatro. Orti, dove si coltivano verdure per gli abitanti della
Ciudad, comprese noi volontarie. Una piccola fattoria con galline,
conigli, pecore e papere. Sartoria e Carpeteria in cui sempre si
realizzano vestiti, mobili, e si effettua manutenzione per le case
della Ciudad. Nel centro si trova invece la "Casa Central"
dove sono ubicati gli uffici del personale tecnico, ossia il
presidente dell'olp, la coordinatrice educativa, psicologi,
pedagogisti, assistenti sociali, medici; c'è un piccolo ufficio
anche per noi volontarie. La Chiesa torreggia nella parte più alta,
è tutta affrescata e molto pittoresca.
Poi ci sono le case...sono delle
villette ognuna dipinta con un colore diverso e chiamate con il nome
di un santo. Queste case accolgono ognuna una decina di bambini dagli
0 ai 14 anni che per vari motivi sono stati tolti alla famiglia
d'origine perchè considerata dagli assistenti sociali e dagli organi
giudiziari non idonea ad occuparsi di loro ed a garantire al bambino
una crescita sana e serena. I nuclei di fratelli e sorelle vengono
mantenuti uniti, e vi è sempre il tentativo di un reinserimento in
famiglia, la cui tempistica di successo può variare da pochi mesi a
molti anni. Alcuni di questi bambini hanno vissuto tutta la loro vita
all'interno di una casa famiglia. Una volta raggiunti i 14 anni
vengono divisi tra maschi e femmine nelle due case giovanili "Micky
Mouse" (per i ragazzi) e "Gelmi" (per le ragazze) nel
centro di Cochabamba. Ad ogni casa famiglia è assegnata un
educatrice che vive con i bambini (giorno e notte) come unica figura
educativa di riferimento, soltanto durante il suo giorno libero
settimanale verrà sostituita da un altra persona.
Santa Clara
Santa Lucia
Sant Antonio
Tres pastorcitos
San juan Pablo II
San Juan Bosco
Santo Domingo
Santa Maria di Guadalupe
In più c'è una casa in costruzione,
San Gabriel; la casa de las Hermanas; e Casa Formazione, dove vive
Padre Gianluca e dove viviamo noi volontarie.
Con il passare dei giorni e delle
settimane, e conoscendo meglio Cochabamba, mi accorgo di quanto la
Ciudad de los ninos sia davvero un piccolo angolo di paradiso e di
pace. Sembra staccato da tutto il resto. Casa Formacion la sento già
"casa", è stupenda, e non invidio minimante altre
volontari che vivono in appartamenti in centro città. Come
immaginavo stò sfruttando molto il patio nel mio tempo libero. Dei
volontari citati in precedenza rimarra con noi solo Alessandra,
impegnata in un tirocinio universitario fino ad Agosto. Le ragazze
sono come sorelle, andiamo molto daccordo, ridiamo tanto e
condividiamo gli stessi ideali educativi. Questa casa è come una
famiglia che mi fa sentire serena e al sicuro, senza sentire la
mancanza dell'Italia o dei miei cari.
Il rapporto con il responsabile della
olp, Padre Gianluca, è molto positivo. Trovo sia una persona
generosa, umile, inteligente, e con una
mente molto aperta e critica. Provo davvero molta stima per lui e per
come si dedica con tutto l'impegno possibile ai bambini. Ad ogni
singolo bambino. C'è un confronto molto aperto e sicero in cui mi
sento libera di esprimere insicurezze e perplessità senza essere
giudicata, ma essendo ascoltata. E' una persona empatica che si
preoccupa molto per noi volontarie non buttandoci subito a capofitto
nel lavoro, ma inserendoci con calma e per gradi nella vita e nei
ritmi dei bambini. Mi sento sostenuta e apprezzata. Grazie a lui stò
anche rivalutando la Chiesa cattolica, la fede (verso cui sono da
sempre scettica e oppositiva), andare alle sue messe e condividere
questi momenti di comunità e unione è un piacere per lo spirito.
Il lavoro è molto appagante,
all'inizio è stato un pò difficile comunicare e vivermi quindi
appieno le situazioni, per la mia scarsa conoscenza dello spagnolo.
Ma in poco tempo e con un pò di studio, si impara velocemente. Le
mie mansioni per ora riguardano occuparsi della Ludoteca, uno spazio
di gioco dedicato ai bambini più piccoli ( sotto i 6 anni); un
laboratorio di educazione fisica per bambini dai 6 agli 8 anni; e
supporto nel lavoro di coltivazione all'orto.
I bambini ti riempiono il cuore. Con
alcuni, i più curiosi ed aperti, si riesce a costruire una relazione
fin da subito, sono molto giocosi e affettuosi. Altri sono più
diffidenti, ma lo trovo giustificato. Per costruire relazioni davvero
significative ci vuole tempo, impegno e costanza. E non bisogna
dimenticare che, nonostante i sorrisi sempre presenti sui loro volti,
arrivano tutti da famiglie maltrattanti; alcuni hanno vissuto
situazioni davvero difficili e violente, e rimangono comunque bambini
che, per quanto possano trovarsi in un ambiente sereno, sono lontani
dalla mamma e dal papà. Spero di riuscire a guadagnarmi la fiducia
di tutti loro.
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